Archive | ottobre, 2013
“Heart in art” di Paola Volpe
PREMIO SPAZIO23 – FINALISTI
“Heart in art” di Paola volpe
Biennale di Venezia 2013
Il cuore nell’arte….. siamo spettatori o protagonisti davanti alla creazione artistica, a volte ammirati, estasiasi, stupiti, ed a volte sorpresi, colpiti e distratti, comunque emozionati.
Siamo noi che rendiamo omaggio all’opera d’arte o siamo noi delle opere d’arte?
O siamo entrambi necessari per farci vivere reciprocamente?
Il cuore nell’arte……. questo e’ cio’ che ho provato nel fissare queste immagini.
Paola Volpe
“Epiphanies – A vision of life” di Carmen Romeo e Daniele Campi Martucci
PREMIO SPAZIO23 – FINALISTI
CARMEN ROMEO E DANIELE CAMPI MARTUCCI
EPIPHANIES – A VISION OF LIFE
Così come volgendo lo sguardo alle nuvole accade di riconoscervi qualcosa di
familiare, così accade che nella quotidianità oggetti, gesti, emozioni suscitino
inaspettate visioni basate sullo stato d’animo di un istante rubato al tempo.
Visioni che traggono la propria forza espressiva dall’effimera materialità della
composizione, per poi guadagnare l’immortalità attraverso il supporto fotografico.
Il progetto rispecchia quanto abbiamo dentro, memoria, amore per l’arte,
sensazioni da cui tali visioni ricavano la loro linfa vitale, evocando una riflessione
sui diversi aspetti della vita.
“Ho visto il suono di una tromba” di Fabio Capaccioli
PREMIO SPAZIO23 – finalisti
“Ho visto il suono di una tromba”
di Fabio Capaccioli (2013)
Il lavoro proposto fa parte di una ricerca fotografica in cui lo sguardo è rivolto oltre a ciò che l’occhio può vedere: ne infrange i suoi limiti e suggerisce un diverso modo di sentire.
Classificato al secondo posto del “12° Portfolio dell’Ariosto” svoltosi a Castelnuovo di Garfagnana (LU), sesta tappa della decima edizione di “Portfolio Italia – Gran Premio Epson” con la seguente motivazione:
«Il lavoro di Fabio Capaccioli si inserisce nel profondo filone della Fotografia italiana dei toni alti. Ne supera però l’istanza rappresentativa e va verso un punto di equilibrio tra astrazione e figurazione. Riduce all’essenziale i segni e, attraverso una leggerezza globale, quasi impalpabile, ci suggerisce un’immagine che ingloba una più complessa sensorialità in cui il tangibile e l’intangibile ne sono l’essenza, come la materia e il suo superamento».