Archive | gennaio, 2014

Silvio Canini presenta “Io randagio” – 14 febbraio ore 18

 

14 Febbraio ore 18

Silvio Canini

presenta

“Io randagio”

 

 

AGO

 

 

Bua

 

 

Io randagio

Il progetto Io randagio è una testimonianza d’amore. Ogni scatto riguarda un cane che è stato adottato e ospitato da Valeria e Stefano a casa loro. Cani raccolti per strada, abbandonati al loro destino, vaganti nell’ombra creata da chi non vuole vederli. Ciascuno è comunemente considerato alla stregua di un ricercato e prima o poi incontra la segregazione del canile. Ecco perché, ironicamente, l’immagine assume la forma di una foto segnaletica. Ognuno viene collocato di fronte alla griglia che ne indica l’altezza ed è ritratto di fronte e di lato, portando al collo la targa contenente tutte le informazioni che lo riguardano: l’impronta, il nome e il codice a barre. Una ricerca che racconta la tenerezza per questi amici a quattro zampe e fa riflettere su un atto di inciviltà che va denunciato, affinché il fenomeno dell’abbandono irresponsabile degli animali venga sostituito con una nuova cultura del rispetto.

Una nuova identità, una nuova vita.

 

Silvio Canini

“15 Porno stations” di Pietro Millenotti

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15 PORNO STATIONS

di Pietro Millenotti

2013

La pornografia come bene di consumo. La sua distribuzione attraverso i luoghi del quotidiano come stazioni di servizio, autolavaggi e bar.

Il sessismo onnipresente. La solitudine dell’essere umano.

Porno stations come nuove icone di un fenomeno conclamato: la crescente pornificazione della società moderna.

Il lavoro è stato completamente realizzato su pellicola in medio formato.

Concorso creatività e speranza


PROROGATO AL 10 MARZO 2014

Creatività e speranza(proroga)

 

 

BANDO

CONCORSO – PROGETTO

 

Tema : Creatività e speranza

               Dove stiamo andando?

               Stiamo cambiando? 

 

Finalità:

Questo è un momento storico di “resistenza” in cui si rischia di dimenticare sogni , ideali e bellezza  e il progetto nasce dalla convinzione che la fotografia sia uno dei linguaggi artistici più adatti per raccontare la nostra contemporaneità e per creare idee che  aiutino  a dare una direzione al  nostro futuro, al nostro divenire  con partecipazione.

Il concorso è quindi finalizzato alla ricerca di progetti fotografici  che raccontino idee o opere coraggiose, fantasiose, nuove, ispirate dalla speranza e dalla creatività.

Le opere possono andare dalla street photography alla fotografia d’arte o ad altri generi scelti dall’autore.

La votazione e l’aggiudicazione dei premi avverrà entro il 15 marzo 2014 (prorogato al 30 marzo 2014)

 

Premi :

La giuria selezionerà 10 lavori finalisti che verranno esposti nella galleria

SPAZIO23 – fotografia contemporanea.

La partecipazione prevede l’accettazione del regolamento e del giudizio insindacabile della giuria.

 

Partecipazione:

Il concorso è aperto a fotografi appassionati, professionisti,emergenti, studenti.

Le tecniche ammesse sono fotografia digitale e analogica.

Le opere devono essere composte da un minimo di 4 fotografie fino ad un massimo di 15 . E’ obbligatorio allegare il titolo,  una breve descrizione dell’opera candidata e una biografia dell’autore.

La partecipazione prevede l’accettazione del regolamento e del giudizio insindacabile della giuria.

 

Modalità di invio opere e adesione

Le immagini devono pervenire in formato JPEG delle dimensioni di pixel 1024 lato lungo e 300dpi a:

spazio23fotografia@gmail.com

Costo Euro 30,00 per ogni portfolio candidato. La quota di iscrizione non è rimborsabile. Il pagamento deve essere effettuato in modo diretto presso: 
SPAZIO23 – fotografia contemporanea, vico dietro il coro della Maddalena 23r – Genova oppure con bonifico bancario (Intesa San Paolo IBAN IT61 A030 6901 4071 0000 0065 134  filiale GENOVA VIA SESTRI, 225/R Genova ). Nel caso di pagamento con bonifico, copia del bonifico deve essere inviata in allegato con le foto all’indirizzo di posta elettronica: 
spazio23fotografia@gmail.com

 

Scadenza : Data ultima per l’invio 28 febbraio 2014  (prorogato al 10 marzo 2014)

Giuria : Orietta Bay, Piera Cavalieri, Sandro Iovine, Giancarlo Pinto, Giuliana Traverso

 

“Dependency” e “Hello Dolly!” di Giovanni Presutti in mostra fino al 12 febbraio

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Dependency 20

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Dependency 15

 

 

“Dependency” di Giovanni Presutti

 

 Inaugurazione 16 gennaio 2014 ore 18

 

“DA QUANTO” di Maria Tucci  (liberamente ispirato da una foto di Giovanni Presutti)

Da quanto è cominciato?”

“Che dici? Parla più forte!”

E tu levati le cuffie pensò, ma non disse niente. Aspettò e basta.

Un attimo dopo lui sfilò il copricapo metallico e rispose: “Sarà mezz’ora”.  Non finì neppure di completare la frase, gli auricolari erano nuovamente alle orecchie.

Fotogramma di ogni sera. Da dieci anni. Ecco sì, da dieci anni era cominciato. Il silenzio. Silenzio  assenza.

Guardò l’orologio, cinque minuti all’inizio del programma, meno male, avrebbe messo a tacere quelle sciocchezze, come le definiva suo marito. “Di cosa dobbiamo parlare? Siamo vecchi il tempo delle parole è concluso, questo è il tempo del riposo” l’aveva gelata seccamente una volta che le era venuto il coraggio di andare in fondo alla faccenda.  Fine delle trasmissioni. Anzi no, la sua stava per iniziare. Cambiò canale e pensieri , rapidamente. Finalmente poteva sorridere. Entrava la corte, sfilavano i pretendenti, prendeva il via la danza della seduzione senza età. Un circo di finti amori, tradimenti e inganni in cui lei poteva affogare quella amara nostalgia che provava al termine della giornata. Il suo senso critico la poneva di fronte a quello spettacolo come un giudice distaccato e dissacratore. Notava le espressioni, la gestualità, la posizione del corpo di ciascuno partecipante, scoprendone ogni falsa venatura. Attori per caso sotto un variopinto tendone televisivo, uomini e donne delusi da un vita di anonimato, decisi a dare un ultimo colpo di coda, un occhio di bue sull’ultimo atto dell’esistenza. Così se la raccontava, guardava tanto per guardare. Ma una notte si era sognata di sedere su un trono sopra una nuvola e che tante api, in un cielo luminosissimo,  le svolazzavano intorno, ognuna di loro aveva un dono, chi un anello, chi una rosa, chi una poesia. E lei era colma di brividi, immersa in una scia di passione. Di colpo il bagliore si trasformava in un fondale nero e i piccoli insetti si tramutavano in esseri umani, con le mani e il viso grinzosi, stanchi e grigi. E  si smarriva nell’inquietudine delle due realtà, non volendo scegliere tra una visione illusoria e un terrificante finale. Da allora provava più tenerezza per quei figuranti che si agitavano da una parte all’altra dello schermo.

“Ma che ci troverà di così interessante!” borbottava tra sé lui, sbirciando con la coda dell’occhio sul video della moglie. “Sempre imbambolata a seguire quelle storie d’amore tra vecchi. L’amore ce l’ha l’età, quella dei giovani!”. Girò in fretta lo sguardo riportandolo sul monitor per il timore che lei potesse accorgersene e ritornare a fare quella stupida domanda che ripeteva ogni sera: “Da quanto…”. Da quanto non sapeva, ma per quanto ancora avrebbe potuto fingere di non capire?  Ma sì, forse l’aveva sfangata. Ormai era diventata una sorta di rituale come il the delle cinque di sua moglie con le amiche. Eppure se si soffermava un attimo … i ricordi piombavano addosso spavaldi, fregandosene delle barriere costruite negli anni, soffiando con la boria di un tornado sugli strati di polvere sotto cui aveva messo a tacere la memoria della vita. Per difesa o sopravvivenza, chissà. Lo sforzo fu più impegnativo del solito, ma roteò gli occhi sul video, ricoprendo di terra ogni sussulto vitale.

Nella sala l’austerità. Un tempo nobile, oggi desueta come il mobilio, come loro. Solo le foto non rifuggivano il tempo. Fedeli custodi della storia. E per una strana bizzarria si trovavano alla medesima distanza da loro. Millimetrica. Una spartizione dei beni comuni, piatti di una bilancia in equilibrio.

Vissuti fermati. Prima seppia, poi bianco e nero, il colore recente. Non rilevanti le gradazioni. Sono i contorni, i tratti incisi come su vinile, a registrare lo scorrere delle esistenze. Scene sequenze parenti figli nipoti montagne cerimonie attimi: loro.

Forse non la risposta alla domanda “da quanto”. Ma quanto. Tutta la vita.

Si era fatto tardi. Pigiarono contemporaneamente off sul telecomando.

                                                                                                                                                     e

 

 

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“Hello Dolly!”di Giovanni Presutti

 

“Le nostre periferie sono ormai delle città cloni in cui centri commerciali,

multisale, capannoni industriali, parcheggi e alloggi popolari si susseguono

senza soluzione di continuità erodendo sempre più lo spazio vitale dal

quale deriva il nostro sostentamento. In un futuro prossimo Dolly, una

bambola di dimensioni umane unica sopravvissuta, vaga in uno scenario di

degrado che ha ridotto la Terra ad un cumulo di edifici vuoti e dismessi…

Suggestioni cinematografiche e letterarie sono alla base di ogni immagine,

in cui spicca il richiamo al cromatismo dei quadri di Edward Hopper e

alle ambientazioni fantascientifiche di Philip Dick e del filone che ha ispirato…”