Interviste – come nascono le idee e le poetiche.

Quando la finzione racconta la realtà.

Alla scoperta di Nicola Perfetto

Intervista di Piera Cavalieri

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©Nicola Perfetto,“Il fango, la luce, la memoria“

 

“Il mondo della non violenza”,il portfolio selezionato nel concorso Migrazioni:una molteplicità di esperienze, èun mondo in cui la diversità è un valore fondante. Alla foce del Volturno, il mare sputa quello che noi con noncuranza  abbandoniamo. Qualche tempo fa, sulla suggestione delle cronache drammatiche, che ci mettevano sotto gli occhi che a perdere la vita sono anche i bambini, in quei modi tragici che la riva del mare ci ha costretti a guardare , Nicola Perfetto ha utilizzato quei detriti. Ha così iniziato a costruire i suoi personaggi e quelle messe in scena dove, la finzione arriva al vero ancora più della documentazione.

Nel tuo “Il mondo della non violenza”, crei una magia, un gioco tra realtà e finzione, o meglio tra realtà e invenzione e riesci a raccontare il vero del nostro tempo in modo poetico. 

 Colpisce il tuo sguardo inedito che mette a fuoco un tema drammatico e ripetutamente fotografato tanto da scivolarci, spesso davanti agli occhi, senza il sobbalzo necessario.

Hai voglia di raccontare a cosa ti sei ispirato per la prima immagine della serie e se hai seguito un’idea per tutta l’opera o se ogni immagine è venuta dopo aver creato la prima?

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©Nicola Perfetto, “Il mondo della non violenza”

“Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere” Jorge Luis Borges.Fu ad aprile del 2015, portai la mia inquietudine al cospetto del mare per trovare un po’ di conforto, camminavo sul bagnasciuga, raccolsi un osso di seppia, era bello di un biancore puro, pensai alla morte del mollusco; mi attrassero i detriti, gli scarti dell’uomo, mi fecero anche loro pietà. Pensai al bimbo spiaggiato senza pietà.Fu allora che unii l’osso di seppia ad un pezzo di polistirolo e fu la testa, mi piacque pensare così alla diversità che rende la vita attraente e degna di essere vissuta ed allora, pensando ai migranti, feci il padre, poi il figlio e infine la madre, li misi nel deserto e li fotografai. Mi piacque molto. Continuai con le opere che conosci.

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©Nicola Perfetto, “Il mondo della non violenza”

Su facebook hai pubblicato alcune foto dove ogni personaggio , sempre della stessa serie, ha un nome, Yasmin e Karim, Amir, Serafino. Ti sei ispirato a persone reali?

I nomi sono di fantasia ma veri della cultura araba, Serafino era un nome simpatico e l’usai. Le pubblicazioni su fb recavano di pensieri di vita vissuta senza violenza, che volevano far riflettere su quanto fosse appagante vivere una vita semplice all’insegna dell’amore totale, rivelatore della meravigliosa vita.

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©Nicola Perfetto,“Il fango, la luce, la memoria“

Spesso, su facebook, accompagni le tue foto a poesie di grandi poeti. L’ispirazione ti arriva dalla poesia o dopo la creazione dell’immagine cerchi la poesia che la può impreziosire o semplicemente affiancare?

 La poesia mi accompagna dall’adolescenza da quando mi accorsi del mistero della vita: c’è una forza inspiegabile che invita a vivere ed un’altra che mortifica quell’invito, è da questo contrasto che nasce la poesia.

Ho sempre avuto timore delle persone sicure di sé. I miei amici sono stati tutti senza certezze, li ho amati, molti erano squattrinato, i miei stipendi li abbiamo spesi insieme.

Parto dall’immagine e cerco complicità nella poesia.

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©Nicola Perfetto,“Il fango, la luce, la memoria“

“Il fango, la luce, la memoria “è un lavoro molto delicato di atmosfere sospese, di materie naturali, minime, di tracce di memoria. Puoi raccontare come è nato?

 In punta di piede ho percorso un lungo viaggio in territori non estesi e “usando la lente d’ingrandimento” mi sono imbattuto in mille occasioni irripetibili che ho documentato con la fotografia. Tutto nella perfetta solitudine dello scatto.

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©Nicola Perfetto,“Il fango, la luce, la memoria“

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©Nicola Perfetto,“Il fango, la luce, la memoria“