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Inaugurazione mostra venerdì 27 gennaio 2017 ore 17, Museo di Sant’Agostino – Genova : IL MEDITERRANEO E L’EUROPA: SGUARDI E RACCONTI DEI PAESAGGI URBANI IN TRASFORMAZIONE

1° Da “LA FABBRICA” di Ilenio Celoria

“A Casale Monferrato la chiamano semplicemente “la fabbrica” forse perché pronunciare la parola Eternit ci fa pensare alle migliaia di morti che i casalesi hanno pianto…”Ilenio Celoria

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2° Da “Lo stato dell’abbandono” di Gianmaria Capuano

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3° Da “I Liberi Giardini di Babilonia” di Clara Cullino

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4°  Da “Per contrasto, linguaggio periferico” di Désirée Maffezzoni

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PORTFOLIO SEGNALATI

Da “Quartiere Diamante. Collina di Begato. Settore 9” di Massimo Cannarella

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Da “Senza titolo” di Paolo Giudici

Appennino intorno Genova

Appennino intorno Genova

 

 

Da “The New London from the Shard_2016″di Roberto Mirulla

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Made in Korea di FILIPPO VENTURI – NARRAZIONI tra fotografia e scrittura

“Made in Korea” è visitabile su appuntamento da lunedì a sabato 10-12 /15-18, fino al 27 marzo, scrivendo a spazio23fotografia@gmail.com

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Il pluripremiato “Made in Korea” è l’acuto sguardo di Filippo Venturi sulla Corea del Sud oggi. Con un procedere da antropologo, l’autore ha indagato gli effetti distruttivi e inquietanti dello sviluppo economico e tecnologico nella società sudcoreana attuale, in un lungo viaggio da Seoul a Busan. Dopo anni di grande sofferenza, in un tempo recente, la forte ripresa economica ha ribaltato il modo di vivere dei coreani. Il nuovo benessere, come analizzato da Venturi, ha portato con sé una forte competizione, le cui vittime sono gli stessi corani. La Corea diventata uno dei paesi più avanzati, con multinazionali come Samsung, Hyundai, LG, sottopone i suoi abitanti a ritmi di vita folli. Non è concessa la lentezza. La ricerca dell’eccellenza scolastica con uno studio serrato, l’adesione ad ogni costo a convenzionali modelli occidentali di bellezza, anche con la chirurgia estetica, la competizione professionale, hanno, come risvolto della medaglia, la dipendenza da internet, dalle tecnologie, dall’alcol e un elevato tasso di suicidi, soprattutto tra i più giovani. Venturi con il suo occhio attento e sensibile, ci restituisce, attraverso le sue immagini vivide, il resoconto realistico di un paese in balia della sua rincorsa alla modernità. Ma Venturi non è nuovo a questo tipo di ricerca sulle società contemporanee. “L’ira funesta” è un’altra eccellente indagine, questa volta in Italia, su un luogo costruito appositamente, la camera della rabbia, per sfogare gli istinti più bellicosi e gli impulsi violenti a colpi di mazza. Il corpo, che sembra essere il veicolo di liberazione, diventa una possibilità narrativa non verbale.

Piera Cavalieri