“Scatto in scatola” di Flavio Chiesa

 

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“…C’è la volontà di riposizionare chi guarda, di restituirgli la dignità di osservatore, di strapparlo dalla volontà perversa che lo vuole semplice spettatore, di renderlo partecipe, protagonista. Quell’osservatore si deve avvicinare alla foto per vederla, deve toccarla per comprenderla, deve scrutarla per leggerla. E può. Può fare tanto con quella scatola gravida di preziosa terrestrità. Chiuderla, per cominciare. Per nasconderla a sguardi impreparati o al suo capriccio. Cambiarla, per continuare. Dar posto ad altre immagini del mondo, ad altri kairós, ad altri gesti, ad altri spazi. Quell’osservatore è anche un manipolatore buono. Interagisce totalmente con la scatola magica, che racchiude il tempo dell’arte, che conserva in una piccola superficie l’artisticità del mondo. Quell’osservatore può manovrarne il senso attraverso i suoi gesti che, combinati con quelli del fotografo, restituiranno nuovi significati. Un potere che supera persino l’immaginazione di chi ha ideato Scatto in scatola, il cui desiderio era forse di far durare l’immaginario attraverso un viaggio visionario, onirico, sorprendente che permette di avvicinare le cose a sé, di portarsi a casa una scatola dal design raffinato, di cibarsi della scintilla di bellezza ivi racchiusa, di rendere in tal modo straordinaria la propria quotidianità.”

Giusy Randazzo